Un po’ di Storia…
La manipolazione artigianale della farina è patrimonio della nostra famiglia fin da tempi molto lontani.
Già nel 1889 i nostri quadrisavoli possedevano presso Cantavenna (AL) un forno in cui si lavorava sapientemente la farina per ottenere pane, pasta e dolci che venivano poi venduti in paese. Molto comune in quegli anni era anche la pratica di cuocere (oggi si direbbe in conto terzi) gli impasti che portavano contadini e paesani.
All’epoca, tempi di tribolazione per le nostre terre, il rito del vanta fa j’agnulòt (bisogna fare gli agnolotti) si praticava solo durante le principali feste religiose del paese e la delizia si consumava unicamente all’interno della famiglia o del casale; un’altra occasione di consumo di agnolotti coincideva con l’abbattimento delle bestie da lavoro esauste delle quali si sfruttava anche l’ultimo contributo, la carne, per fare arrosti, umidi ed in ultimo agnolotti. Solitamente questi animali esausti erano buoi da tiro, asini e cavalli.
Per ben 150 anni quella del “fornaio” o “prestinaio” fu l’attività che ha sfamato e dato onorabilità ai nostri avi. A metà del XX° secolo e più precisamente nel 1950, Pinin Rondan (Giuseppe Rondano), il capofamiglia, lascia il forno di Cantavenna ed insieme a moglie (Carla) e figli piccoli (Paola e Walter) si trasferisce a Moncalvo; qui trasporta l’immenso bagaglio di conoscenze legate a 150 anni di manipolazione della farina e riesce nell’impresa di trasformare, primo in queste terre del moncalvese, quello che era l’antico rito famigliare del vanta fa j’agnulòt in vera e propria attività al pubblico. Ma non è tutto perché la moglie, Carla, notissima cusinera in quei di Cantavenna, riesce a fare quello che prima si faceva solo a casa o nelle osterie, ovvero offrire all’avventore moncalvino piatti casalinghi e della cucina tradizionale monferrina con la formula, all’epoca ancora quasi sconosciuta, della Gastronomia.
Da allora Moncalvo, grazie alla famiglia Rondano, può fregiarsi di poter degustare ed offrire prodotti che vengono direttamente dal passato, dove, l’antica sapienza del “fornaio” e della “cusinera” si uniscono alla genuina capacità famigliare di trasformare i prodotti della povera terra contadina in piatti che hanno fatto e fanno la storia dell’arte culinaria monferrina.